Quanti di noi pensano che le lingue classiche siano inutili perdite di tempo?
Io stessa mi sono sentita chiedere molte volte per quale ragione avessi avuto la malaugurata idea di studiarle pure all'università.
Eppure, le malelingue si dovranno ricredere: il latino piace e interessa.
Questa lingua, grazie anche all'operato di Benedetto XVI, papa emerito, che l'ha utilizzata per dare una delle notizie più rivoluzionarie della storia recente, le sue dimissioni, incuriosisce i grandi ma anche i piccoli.
Già, sono proprio i bambini a dimostrare più interesse verso la parlata degli Antichi Romani.
Sarà perché suona "strana" ma allo stesso tempo familiare, sarà perché è una cosa "da grandi", sarà perché, in un clima di grandi incertezze, il latino ha il potere della solennità e dell'eternità, eppure questi giovani latinisti hanno accolto con un entusiasmo dirompente il progetto "Latinorum" proposto al Museo del Tesoro del Duomo di Vercelli, tanto che sarà necessaria una riedizione.
Otto ore di lezione non sono state sufficienti per rispondere a tutte le loro domande e curiosità, ma sono state abbastanza per capire quanto sia necessario ripartire proprio da qui, dai più piccoli, per ricostruire le radici di un albero che ormai rischia di non avere più linfa vitale.
Per andare avanti, per costruire un futuro, servono solide fondamenta, serve amore del nostro passato. Solo l'ansia di scoperta dei bambini, forse, riuscirà a stimolare anche noi grandi ad una conoscenza profonda e consapevole di quello che siamo e che siamo stati.

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