Martina Miazzone

Martina Miazzone
Latino e greco a Vercelli

Schliemann secondo Indro Montanelli

In Storia dei Greci si trova uno dei ritratti più spassosi di un personaggio, Heinrich Schliemann, imprenditore di professione, archeologo per hobby, che deve la sua fama alla scoperta di Troia.
Ne propongo un estratto, anche per render merito all'eccezionale penna di Indro Montanelli, uno scrittore che ha saputo raccontare la Storia con semplicità ed eleganza.
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Il modo migliore per ripagare il nostro contemporaneo Enrico Schliemann degli enormi servigi che ci ha reso nella ricostruzione della civiltà classica, mi pare sia quello di assumerlo fra i suoi protagonisti, com'egli stesso mostrò di desiderare ardentemente, scegliendosi, in pieno secolo decimonono, Zeus come Dio e a lui indirizzando le sue preghiere, battezzando Agamennone suo figlio, Andromaca sua figlia, Penelope e Telamone i suoi servitori, e dedicando a Omero tutta la sua vita e i suoi quattrini.
Era un matto, ma tedesco, cioè organizzatissimo nella sua follia che la buona sorte volle ricompensare. La prima storia che gli raccontò suo padre, quando aveva cinque o sei anni, non fu quella di Cappuccetto Rosso, ma quella di Ulisse, di Achille e di Menelao. Ne aveva otto, quando annunziò solennemente in famiglia che intendeva riscoprire Troia e dimostrare, ai professori di storia che lo negavano, ch'essa era realmente esistita. 
[Da adulto, dopo aver divorziato...] mise un annunzio su un giornale chiedendo un'altra moglie, purché fosse greca. La sposò sui due piedi secondo un rito omerico.
Nel 1870 [in Asia Minore] trascorse l'inverno, in un freddo siberiano, a far buchi con sua moglie e i suoi sterratori. Dopo dodici mesi di sforzi inutili e di spese folli, da scoraggiare qualunque apostolo, un giorno un piccone urtò in qualcosa che non era la solita pietra ma una cassa di rame che, scoperchiata, rivelò agli occhi esaltati di quel fanatico ciò che egli subito chiamò "il tesoro di Priamo":migliaia e migliaia di oggetti d'oro e d'argento.
[...] Schliemann telegrafò al Re di Grecia: Maestà, ho ritrovato i vostri antenati.

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